Breve Compendio di maravigliosi secreti approuati
print this pageDomenico Auda (XVII sec.)
Breve compendio di maravigliosi secreti approuati con felice successo nelle indispositioni corporali. Diviso in quattro libri, nel primo si tratta di secreti medicinali, nel secondo di secreti appartenenti... diuerse cose, nel terzo di secreti chimici di varie sorti, nel quarto d'astrologia medicinale. con un trattato per seuarsi in sanità, Dato in luce dal sig. fr. Domenico Auda capo speciale nell'archiospedale di San Spirito in Roma. Con nuoua aggiunta dell'istesso autore. In Venetia, a San Giuliano, appresso Giacomo Zini, 1676, [20], 315, [1], 12°.
Quest’opera è stata scritta da Domenico Auda nel 1676, a seguito delle tante richieste di molti medici e speziali, suoi amici. Infatti, il trattato è rivolto a queste due categorie di professionisti ed è diviso in quattro libri per non confondere le materie. Il primo libro tratta dei “secreti medicinali”, il secondo dei “secreti appartenenti a diverse cose”, il terzo dei “secreti chimici di varie sorti”, infine l’ultimo libro si occupa di astrologia medicinale. Lo scopo dell’opera è quello di trasmettere le conoscenze scientifiche acquisite da Auda durante il corso della sua carriera e che perciò si sono confermate vere nel tempo.
L’autore suggerisce di utilizzare i secreti esposti con attenzione: non conoscere lo sviluppo del male o intervenire nei tempi sbagliati può essere deleterio. Un eventuale errore non dipenderebbe dai medicamenti suggeriti dal trattato, per i quali garantisce, ma dalla mancata conoscenza della malattia del medico curante o dall’inesperienza dello speziale (cui suggerisce un confronto con un medico prima di preparare qualsiasi medicamento).
Si è scelto di esporre la pagina iniziale dell’opera per via della dichiarazione metodologica dell’autore contenuta in essa: a chi voglia fare lo speziale, sono necessari tre presupposti che si esplicano nel volere, nel potere e nel sapere. Se dovesse mancare una delle tre condizioni, non si potrebbe produrre niente di valido. L’autore stesso dovette impegnarsi duramente durante il corso della sua vita per ottenerle. Il volere era innato in lui, nutriva perciò una passione per le attività degli speziali. Il sapere, ad esempio lo acquisì dopo aver lavorato 11 anni tra la Francia e l’Italia, per poi arrivare nella spezieria del Santo Spirito. A quest’ultima esperienza Auda fa risalire la maggior parte delle sue conoscenze scientifiche, essendo stato istruito dal Reverendo Hippolito Mancini dal quale apprese più di 1500 semplici e l’arte della chimica che illustra proprio in questo compendio. Il potere glielo diede Papa Alessandro VII, quando con un breve apostolico gli concesse di lasciare l’abito di francescano per indossare quello della religione del Santo Spirito. Questo gli permise di diventare Capo Speziale dell’Ospedale di Santo Spirito.
La spezieria del Santo Spirito fu fondata contemporaneamente all’ospedale, è perciò antichissima. Da sempre gli speziali che operavano nella struttura vantavano un alto livello professionale e culturale, inoltre dal 1714 potevano arricchire le proprie conoscenze tramite la consultazione dei libri presenti nella ricchissima Biblioteca Lancisiana[1]. Dai documenti del tempo emerge che la spezieria era particolarmente fornita di semplici e di attrezzature, registrate in gran numero. La spezieria era fornita di droghe semplici, ma anche di altre molto costose (oppio, zucchero, pietre preziose) ed esotiche come la china, importata dal perù e ritenuta da molti di grande efficacia, tanto da essere usata come rimedio alla malaria (particolarmente diffusa nel XVII secolo).
L’opera di Auda qui esposta e le altre come Pratica degli Speziali (1649) e Trattato delle confessioni nostrane (1666), rimarranno nel corso degli degli irrinunciabili punti di riferimento per coloro che si avvicineranno all’arte degli speziali, soprattutto di quelli attivi al Santo Spirito di Roma[2].
[1] Leonardo Colapinto, La spezieria dell’ospedale di Santo Spirito, in L’antico ospedale di Santo Spirito dall’istituzione papale alla santità del terzo millennio, lI Velto Editrice, Roma, 2001, p. 175.
[2] Ivi, p. 182.
Per saperne di più :
Alessandro Maviglia, La « Pratica de speziali » di fra' Domenico Auda, in Galeno, A.14, n° 2, aprile-giugno 1966.