Le varie traduzioni della Bibbia : aspetto linguistico
print this pageEBRAICO
Il dialetto ebraico si è formato verso il X secolo, intorno alla città di Gerusalemme (lingua cananaica degli israeliti del sud) ed è documentato epigraficamente nella Giudea a partire dall’VIII secolo a. C.; con la fine dell’indipendenza politica e la distruzione del tempio di Gerusalemme (e l’esilio), l’ebraico viene sostituito dall’aramaico (rimane solo nella classe colta come lingua scritta nell’elaborazione della propria letteratura religiosa). Tra i testi biblici, il più antico è il Cantico di Debora (Giudici) – IX secolo. Con la rinascita politica, a opera dei Maccabei e gli Asmonei nel II-I secolo a. C., si è tentato di riutilizzare l’ebraico come lingua parlata (si parla di ebraico mishnico solo tra i dotti).
Conosciamo l’ebraico “ricostruito” alla fine del I millennio d. C.. Inizialmente, la lingua ebraica si esprime attraverso la scrittura fenicia consonantica, ma durante e dopo l’esilio babilonese, la scrittura è quella aramaica; nel II-I secolo a. C. appare una forma schematizzata dell’antica scrittura fenicia, adottata poi dai Samaritani. Gli Ebrei ortodossi usano la scrittura aramaica (rimasta in uso dall’antichità classica a oggi). Nel medioevo, da questa scrittura è derivata una variante corsiva (scrittura rabbinica) usata anche nella stampa.
SAMARITANO
è linguisticamente inseparabile dall’aramaico (usato dagli Ebrei del Nord). I Samaritani (da ‘shamerim’= osservanti della Legge), perché formati da genti non israelitiche, già visti con diffidenza dai Giudei, vi si distaccano maggiormente dopo la distruzione del tempio di Giovanni Ircano nel 128 a. C. Usano l’ebraico come lingua liturgica e letteraria; della lingua parlata non si hanno documenti fino alla versione del Pentateuco, nei primi secoli dell’età cristiana, e fino alle iscrizioni del IV secolo d. C. La scrittura samaritana, attestata dal I secolo d. C., è usata sia per l’ebraico sia per l’aramaico.
ARAMAICO
Ha la più lunga e ininterrotta attestazione (dall’inizio del I millennio); appare come lingua scritta in Siria e Mesopotamia intorno al 900 a. C. per poi essere adottata da altre popolazioni, tra cui Assiri e Babilonesi. Per quanto omogenea, presenta delle forme dialettali e sub dialettali: l’aramaico antico (insieme di varietà dialettali, attestato solo epigraficamente e sostituito dall’assiro); l’aramaico d’impero (parlato nel periodo dei grandi imperi, da quello assiro a quello di Alessandro Magno, e molto documentato); l’aramaico giudaico (ovvero un gruppo di varietà aramaiche usate dagli Ebrei dal secolo II a. C. fino all’XI d. C.);
l’aramaico cristiano palestinese (variante palestinese usata dai cristiani in alcuni testi liturgici, nel V secolo circa, scritti in caratteri siriaci).
ARABO
Nel III secolo d. C., abbiamo testimonianze di una lingua caratterizzata dall’articolo prepositivo ‘al-‘ (di cui parla già Erodoto), da collocare molto probabilmente nel Sinai e nella regione araba a esso adiacente. L’arabo, lingua semitica del gruppo meridionale, si suddivide in meridionale (scritto e parlato nello Yemen da almeno il I millennio a.C. sino all’epoca islamica ed è praticamente estinto) e settentrionale. Quest’ultimo è testimoniato dal Corano, la cui lingua s’ispira alla poesia del periodo preislamico - al tempo di Maometto, infatti, nessuna tribù parlava un dialetto corrispondente all’arabo classico poiché c’erano vari dialetti accanto a una lingua letteraria; diventa così la lingua ufficiale della civiltà islamica.
GALLA
La lingua galla od oromonica (il nome indigeno dei Galla è Oromó) appartiene al gruppo cuscitico (sottogruppo della famiglia camito-semitica) ed è parlata dalla parte settentrionale della Colonia inglese del Kenya fino al centro dell'altipiano etiopico. Vi sono due varietà dialettali: una meridionale o dei Bararetta e una settentrionale (suddivisa a sua volta in tre sottodialetti).
COPTO
É un’evoluzione dell’antico egiziano, sebbene abbia perso i caratteri originari, geroglifici, per utilizzare l’alfabeto greco più sette segni demotici (tra il I e il II secolo). Già dal III secolo è documentata in testi cristiani; a partire dal VII secolo viene sostituita dall’arabo: morta, quindi, come lingua parlata, rimane solo nella liturgia della Chiesa copta.
SIRIACO
Documentata fin dai primi anni dell’era cristiana, assume dignità letteraria nella seconda metà del II secolo. Con l’invasione araba c’è stata una riduzione dell’uso parlato delle varietà aramaiche orientali; continua, però, come lingua letteraria fino all’inizio del XIV secolo.
AMARICO
I primi testi amarici si collocano nel XVI secolo per controbattere, nella lingua parlata, la propaganda dell’Islam. Oggi è la lingua ufficiale dell’Etiopia e l’unica, insieme al tigrino, nata in Africa e appartenente al gruppo semitico.
PERSIANO
A differenza delle altre, il persiano è una lingua indoeuropea del gruppo iranico sud-occidentale. Oggi è parlata in Iran, Tagikistan, Afghanistan e Uzbekistan. Le prime attestazioni sono tavolette dell’era achemenide (dal 600 al 300 a. C.); dopo il IV secolo, si evolve in medio persiano (chiamato anche ‘pahlavi’). L’antico persiano è scritto da sinistra a destra ed è una scrittura cuneiforme di tipo sillabico. Esiste anche una lingua giudeo-persiana parlata dagli ebrei che vivono in Iran; non a caso, ci sono parole di origine persiana anche nella Bibbia.