E l’uomo incontrò gli animali: gli studi zoologici da Plinio a Darwin
print this pageLa biblioteca di Scienze della Terra intende ripercorrere alcune tappe fondamentali della scoperta del mondo animale nella sua diversità, da un approccio religioso alla fondazione della zoologia scientifica. A partire da Plinio il Vecchio che fu il maggior naturalista del mondo latino, passando per il Medioevo, dove la ricerca zoologica si ridusse per lo più a bestiari privi di valore scientifico, per arrivare al Rinascimento con la riscoperta della natura, l'esplorazione dei nuovi continenti e lo sviluppo delle indagini anatomiche e fisiologiche. Alla metà XIX secolo, con l'elaborazione del principio evolutivo per opera di Charles Darwin, avviene la rivoluzione fondamentale del concetto di specie e la dimostrazione che la molteplice diversità dei gruppi sistematici è il risultato di un lunghissimo processo evolutivo ancora in atto. |
I primi studi di zoologia, come scienza che ha come oggetto il mondo animale propriamente detto, si ritrovano nelle opere di Aristotele (384-322 a.C.), che trattò in particolare la morfologia e la riproduzione ed elaborò una prima classificazione “naturale”. Questi trattati, per lo più volti al progresso medico e ad ottimizzare attività umane come la caccia e la pesca, raccoglievano però una serie di credenze popolari, che in parte si ritrovano anche in Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), il maggior naturalista del mondo latino, che raccolse nei 37 libri della sua Naturalis Historia una notevole quantità di notizie zoologiche.
Dopo la decadenza delle scienze naturali, caratteristica del Medioevo, in cui la ricerca zoologica si ridusse per lo più a bestiari di poco valore scientifico, la classificazione aristotelica e le conoscenze zoologiche acquisite fino all’epoca di Plinio, e rimaste insuperate per circa 2000 anni, furono di nuovo oggetto di interesse per gli studiosi rinascimentali. Figure come Leonardo da Vinci contribuirono in maniera rilevante al progresso in questo ambito. Infatti, insieme ai più noti studi di ingegneria, egli portò avanti anche le prime analisi di fisiologia e di anatomia comparata. Importanti furono inoltre gli studi volti a comprendere il meccanismo di volo degli uccelli per la progettazione di macchine volanti. Nel Rinascimento un ulteriore impulso alla riscoperta della natura fu determinato dall'esplorazione dei nuovi continenti e dallo sviluppo delle analisi anatomiche, fisiologiche ed embriologiche, che ebbero un impatto immediato sulle raccolte enciclopediche del mondo naturale di K. von Gesner e di U. Aldrovandi. Nello stesso periodo, anche il gesuita A. Kircher, alla luce delle nuove scoperte geografiche che rigettavano la tesi del Diluvio Universale narrato nell’Antico Testamento, comprendendo che l’arca non avrebbe potuto ospitare tutti gli animali esistenti, arrivò alla conclusione che gli animali salvati da Noè sarebbero gli archetipi, dai quali si sarebbero poi generati tutti gli altri; aprì quindi la via ad una sorta di “evoluzionismo” in chiave religiosa.
Nel XVII secolo, figure come R. Hooke, M. Malpighi e A. van Leeuwenhoek, che ebbe il merito di scoprire il mondo dei protozoi fino ad allora sconosciuto, con lo sviluppo delle indagini microscopiche contribuirono all'affermazione del cosiddetto metodo sperimentale. Nuovi campi di ricerca, favoriti anche dal nuovo approccio agli studi, portarono in questo periodo all'accumularsi di una grande quantità di dati che iniziarono a rendere necessaria la loro sistemazione; il primo passo in questa direzione fu fatto da J. Ray nella Synopsis methodica animalium (1693). Egli fu anche fu il primo ad applicare il concetto di specie agli organismi viventi ed ad evidenziare le variazioni all’interno di una stessa specie. Una nuova e completa tassonomia si impose tra tutte intorno alla metà del secolo successivo: il sistema creazionistico di C. Linneo che, con la nomenclatura binomia, rappresentò la sintesi di tutti i tentativi compiuti fino a quel momento.
Nel corso degli ultimi decenni del Settecento e dei primi dell'Ottocento, lo sviluppo della morfologia idealistica spinse verso la ricerca di un piano di organizzazione generale degli animali su basi anatomiche; in questa ottica si inserisce la classificazione di G. Cuvier, convinto antievoluzionista, fondatore dell'anatomia comparata e della paleontologia che successivamente divennero invece le più importanti prove a sostegno della teoria evolutiva.
In quegli anni, inoltre, cominciò a svilupparsi una corrente che considerava le diverse specie di animali e di piante come il risultato di un processo evolutivo. Questa ipotesi trasformista, già accennata nel Settecento da G.-L. Buffon, fu elaborata per la prima volta da J.-B. Lamarck, che ebbe il merito di cercare di individuare anche le cause di questo fenomeno. La sua teoria, basata sull’uso e il disuso di parti dell’organismo e sull’eredità dei caratteri acquisiti, fu poi successivamente accantonata alla luce di nuove scoperte scientifiche.
Il XIX secolo, infatti, fu caratterizzato da numerose tappe essenziali per la zoologia come la teoria cellulare, gli studi embriologici, le ricerche fisiologiche e quelle di anatomia comparata. La svolta fondamentale si ebbe intorno alla metà del secolo con la formulazione della teoria evolutiva di C. Darwin, basata sul meccanismo della selezione naturale che favorisce gli individui con con con maggiori capacità adattative nei confronti di un determinato ambiente in un determinato momento. Questa teoria ha portato a risultati decisivi nel campo della zoologia, fra cui ritroviamo la rivoluzione del concetto di specie e la dimostrazione che la molteplice diversità dei gruppi sistematici è il risultato di un lunghissimo processo evolutivo ancora in atto.
Dall'inizio del XX secolo, grazie ai rigorosi risultati emersi in altre scienze biologiche, la zoologia ha iniziato a differenziarsi in numerosi rami, in cui essa non è più mera descrizione tassonomica ma ricerca dei nessi causali che governano i fenomeni del mondo animale.
La zoologia è infatti oggi una disciplina biologica che studia la diversità morfologica e funzionale del regno animale, la sua evoluzione e le sue interrelazioni filogenetiche. Dal punto di vista accademico viene suddivisa in zoologia generale e zoologia sistematica: la prima analizza essenzialmente i principi costruttivi del corpo animale, le loro funzioni organiche, i rapporti inter- e intraspecifici, la filogenesi e la classificazione; la seconda descrive comparativamente e classifica le varie specie animali. A queste se ne può aggiungere una terza, la zoologia applicata, che studia i rapporti fra gli animali e l'uomo e l'utilità pratica degli animali; essa comprende anzitutto la patologia animale, e poi le varie applicazioni della zoologia alla medicina (parassitologia), all’agricoltura (entomologia agraria), all’industria, al commercio.
Fonti
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http://www.biagiodaniello.com/index.php/home3/74-storia-zoologia
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http://www.treccani.it/enciclopedia/zoologia_(Enciclopedia-Italiana)/
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