SAN VITALE
print this pageSTORIA
La Basilica di San Vitale risale al VI secolo, iniziata sotto il regno dei Goti per volere dell’arcivescovo Ecclesio Celio nel 525 d.C. e terminata con la consacrazione, nel 548 d.C., da parte dell’arcivescovo Massimiano. I lavori furono inizialmente finanziati da Teodorico e dopo la sua morte da Giuliano Argentario. La chiesa è intitolata a San Vitale, secondo la tradizione cristiana, uno dei primi martiri cristiani ucciso secondo la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine nella zona adiacente il mausoleo di Galla Placidia.
DESCRIZIONE
La struttura richiama i grandi edifici paleocristiani, traendo ispirazione anche dalla Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. La pianta ottagonale ricorda un Martirio, ma le dimensioni sono adattate per accogliere i fedeli durante la liturgia. Originariamente è preceduta da un quadriportico del quale rimane il nartece tangente ad uno degli spigoli dell’edificio. La sua insolita disposizione funge da accesso monumentale alla chiesa e al contempo è il filtro tra esterno e interno. Oltre alla soluzione funzionale, il nartece, assume il valore simbolico di passaggio dal mondo terreno a quello divino.
Esternamente possiamo osservare la complessa forma in laterizi del monumento, il quale è caratterizzato da un corpo ottagonale più largo e basso nella zona inferiore, che racchiude una torre ottagonale più alta (tiburio). La parte più esterna ha due ordini di finestre e lesene, alle quali si aggiungono: due torri scalarie, il nartece in facciata e l’abside con due corpi cilindrici sul retro (diaconicon e protesis). Per quanto riguarda il campanile è un’aggiunta del X secolo, in quanto ricostruito nel 1688 in seguito al terremoto, mentre i contrafforti risalgono IX secolo inseriti per contrastare le spinte delle volte interne. Il modello richiama le idee costruttive occidentali con simmetria, ripetizione e visibilità delle soluzioni tecniche, ma, entrando, l’ambiente è completamente bizantino.
Le entrate della basilica sono varie e ognuna conduce a percorsi differenti. In prossimità delle absidiole due porte laterali conducono alle torri scalarie, accessi anticamente riservati alle donne per salire ai matronei. Altri due ingressi sono collocati al centro del portico, quello di destra dirige verso il deambulatorio, l’altro, a sinistra è in asse con il corpo della chiesa e permette la sua completa visualizzazione accompagnando lo sguardo verso il presbiterio.
Internamente l’ambiente centrale è coperto da una cupola emisferica sorretta da otto grandi archi, i quali sono a loro volta sostenuti da pilastri angolari che racchiudono le sette esedre traforate dal doppio ordine di archetti su colonnine. L’ottava arcata si apre verso il presbiterio costituito da campata con volta a crociera che precede l’abside. Il ritmo di arcate, archetti ed esedre smaterializza lo spazio rendendolo metafisico, elemento tipico dell’arte bizantina. Inoltre, il senso di multidirezionalità ha funzione estetica e simbolica per esprimere il concetto di “Dio come potenza infinita che si espande ovunque”.
Per quanto riguarda le decorazioni interne, vasto è l’uso di marmi pregiati e di mosaici. Questi sono di epoche diverse, ma complessivamente appartengono al VI secolo. In particolare, i mosaici più antichi sono conservati nel catino absidale con la Teofania. I più importanti e conosciuti mosaici sono invece collocati sulle pareti laterali dell’abside, rappresentanti il Corteo di Giustiniano e il Corteo di Teodora, e sulla volta a crociera con l’Agnus Dei. Su tutte le altre superfici della basilica sono raffigurate scene tratte dalle Sacre scritture.
RESTAURI
VI, VII e VII sec. d.C.: l’edificio è soggetto a fase di assestamento che porta il cedimento di alcune parti musive, marmoree e pavimentali, vengono effettuati restauri antichi.
1472: l’edificio risultava molto degradato e in stato di abbandono, soprattutto la cupola affrescata.
1540-1543: restauri generali, in particolare della cupola, realizzati dai pittori fiorentini Bertuzzi e Tonduzzi.
1693: le figurazioni vennero nuovamente rifatte in quanto rovinatesi per mancanza di solidità tecnica da parte degli artisti.
1706-1707: si provvede alla pulitura dei sotto archi e dei mosaici della zona del presbiterio e del coro.
1739: si procede al reintegro delle lacune in pittura con oli e tempere.
1770: viene abbassato il coro con finto mosaico.
1777: pulitura e piccoli ritocchi in pittura dei mosaici.
1781: il terremoto causa la caduta del rosone in stucco dalla volta sull’altare maggiore e i mosaici in parte si sollevano. Serafino Barozzi provvede ai restauri rafforzandoli con grappe e intonacando le parti lacunari, reintegrate in pittura ad imitazione dell’antico.
1783: operazioni di pulitura da parte di Giacomo Putuelli.
1857-1863: Felice Kibel ed il figlio lavorano alle puliture e ai reintegri con tessere dei mosaici.
1885: Carlo Novelli con il figlio di Kibel rafforza l’adesione dei mosaici con grappe ed effettua puliture, reintegri in pittura e con tessere.
fine XIX sec.: la Sovrintendenza dei Monumenti di Ravenna sviluppa le linee guida per il restauro con una diversa coscienza scientifica e tecnica rispetto al passato. Cambia il sistema di lavoro, in particolare i reintegri vengono effettuati da questo momento in poi in pittura, escluse rare eccezioni.
1897: Azzaroni e Zampiga effettuano reintegri in pitture e riprese le pitture dove fatte male.
1930-1932: Azzaroni e Zampiga riprendono gli interventi del 1897.
Per maggiori approfondimenti:
- Basilica di San Vitale, "Opera di Religione della Diocesi di Ravenna", Ente Ecclesiastico che gestisce servizi di accoglienza turistica e custodia dei monumenti UNESCO di Ravenna
- Arte e storia di San Vitale, "Geometrie Fluide", sito di divulgazione artistica a carattere didattico realizzato da Alessandra Cocchi, artista e storico dell'arte, insegnante presso il Liceo linguistico di Cesena
- Elaborazioni 3D della Basilica ed aspetti storici, “Os Culture”, libera piattaforma web di archiviazione, organizzazione e pubblicazione di dati e informazioni legate al patrimonio Archeologico e Culturale
- Video documentario Basilica di San Vitale, “Grand Tour Project”, canale YouTube che rende disponibili brevi documentari sull’Italia e i suoi luoghi
- Video documentario Basilica di San Vitale (abside), “Grand Tour Project”, canale YouTube che rende disponibili brevi documentari sull’Italia e i suoi luoghi
- Video documentario Basilica di San Vitale (presbiterio), “Grand Tour Project”, canale YouTube che rende disponibili brevi documentari sull’Italia e i suoi luoghi