SANT'APOLLINARE IN CLASSE

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STORIA

La Basilica di Sant’Apollinare in Classe è costruita da Giuliano Argentario, per volere del vescovo Ursicino, verso il 532 ca. -536 d.C. La sua costruzione continua sotto Vittore nel 538-545 d.C. ed è consacrata dal vescovo Massimiano 549 d.C., che la dedica a Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna.


DESCRIZIONE

La chiesa è stata definita il più grande esempio di basilica paleocristiana. L’edificio basilicale è completamente in laterizi. La facciata tripartita, anticamente preceduta da un quadriportico, è attualmente preceduta da un nartece, traforato da una trifora, sotto il quale vi sono marmi e iscrizioni. Sulla sinistra troviamo il campanile cilindrico, del IX secolo, alleggerito da cinque ordini di monofore, bifore e trifore.

Internamente la basilica è costituita da tre navate coperte a capriate e divise da due file di colonne, sulle quali si impostano gli archi a tutto sesto al di sopra dei quali si distende un’ampia superficie muraria aperte da finestre. Sulla zona presbiteriale, rialzata rispetto al piano della navata, dominano l’abside e l’arco trionfale, sui quali si estende un mosaico complesso. In contrapposizione abbiamo le navate prive di decorazioni musive, studi hanno constatato che non sono mai state mosaicate e che solo nel 1776-78 vengono dipinti 26 simboli in clipei a fondo tesserato e 53 vescovi e arcivescovi di Ravenna.

Nel catino absidale un cerchio racchiude il cielo stellato con la croce gemmata sulla quale è riportata il volto di Cristo all’incrocio dei bracci. Al di sopra tra le nuvole la mano di Dio, mentre ai lati le figure di Elia e Mosè. Sottostante un’ampia zona verde dove tre agnelli guardano verso la croce e simboleggiano Pietro, Giacomo e Giovanni. Probabilmente è la rappresentazione della Trasfigurazione sul Monte Tabor. Il tema è strettamente legato al cristianesimo che lotta contro l’arianesimo, ribadendo la natura divina di Cristo, negata dalla dottrina ariana. Nella zona inferiore si estende la vallata ricca di vegetazione e animali sulla quale si staglia la figura di Sant’Apollinare con le braccia aperte in segno di preghiera per far sì che Dio conceda la grazia ai fedeli rappresentati da dodici agnelli riconducibili ai dodici apostoli.

La parte inferiore dell’abside è interrotto da tre finestre tra le quali sono rappresentati i fondatori delle principali basiliche di Ravenna i vescovi Ursicino, Orso, Severo ed Ecclesio, in abito sacerdotale con un libro in mano. Ai lati dell’abside sue pannelli uno riproduce l’imperatore bizantino, Costantino IV, che conferisce l’autocefalia a Ravenna e nell’altro sono rappresentati Abramo, Abele e Melchisedec che offrono un sacrificio al Signore.

Sull’arco absidale troviamo al centro il Cristo benedicente con ai lati i simboli alati dei quattro evangelisti (Matteo-uomo, Marco-leone, Giovanni-aquila e Luca-toro).  Al di sotto gli agnelli e ai lati due palme, simbolo del giusto, e le figure degli arcangeli Michele e Gabriele, il busto di San Matteo e un altro Santo non identificato.

Del VI-VII secolo sono le parti originali che corrispondono alla fronte dell’arco trionfale, parte degli evangelisti, le pecore uscenti da Gerusalemme e da Betlemme, le figure dei due arcangeli, il disco con la croce, le stelle e l’effige di Cristo, quasi completamente i due profeti, parte di Sant’Apollinare, i quattro vescovi e parte di ornamenti.


RESTAURI

VII sec.: reintegro della mano di Dio, buona parte dell’altare e la figura di Melchisedech. 

XI sec.: si effettuano dei veri e propri rifacimenti tra cui i due evangelisti a causa della loro distruzione sia per noncuranza che per il terremoto dell’epoca. 

XII sec.: vengono eseguiti rappezzi a circoli delle vesti di Isacco e Abramo.

XVIII sec.: la basilica è in stato di abbandono. 

1723: Per volere dell’Abate classense Casimiro Galamini, Carlo Onestini effettua  reintegri soggettivi delle figure della corte imperiale ed arcivescovile in parte distrutte. 

1861: reintegri in pittura da parte di Battista Ricci.

1883: De Vecchis provvede al reintegro del bordo superiore della fronte dell’arco trionfale e della parte del fondo ai quattro evangelisti, con lo stacco della testa di San Matteo e suo reintegro in pittura.

1897: La direzione della chiesa passa alla Sovrintendenza dei monumenti di Ravenna. A causa del  suo stato di abbandono i muri risultano sfaldati dentro e fuori, le muffe ricoprono le superfici, i mosaici sono sporchi e in parte distaccati dalle pareti, i reintegri in pittura a tempera sbiancate per efflorescenza e quelle ad olio diventate nere. 

1906-1907: Giuseppe Zampiga inizia i restauri.

1907-1911: Giuseppe Zampiga e Aretàfilo Merlini effettuano vari ritocchi, restauri e reintegri della zona presbiteriale. In particolare operano sulla fronte dell’arco trionfale, ritocchi parziali degli evangelisti, il rifacimento delle vesti dei due Arcangeli e delle palme, e reintegri dei Sacrifici. In questo periodo si scopre l’aggiunta in pittura del nome “S. Luca” sotto il quale mosaici privi di scritte e  viene recuperata e reintegrata la testa di San Matteo, precedentemente staccata perché pericolante.






Per maggiori approfondimenti:

  • Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Fondazione “Parco Archeologico di Classe” denominata RavennAntica, istituita per la valorizzazione, anche a fini turistici, del patrimonio archeologico, architettonico e storico-artistico  
  • Panorama storico-artistico di Sant’Apollinare in Classe, "Geometrie Fluide", sito di divulgazione artistica a carattere didattico realizzato da Alessandra Cocchi, artista e storico dell'arte, insegnante presso il Liceo linguistico di Cesena  
  • Elaborazioni 3D della Basilica, “Os Culture”, libera piattaforma web di archiviazione, organizzazione e pubblicazione di dati e informazioni legate al patrimonio Archeologico e Culturale 
  • Video documentario della Basilica di Sant’Apollinare in Classe, “Grand Tour Project”, canale YouTube che rende disponibili brevi documentari sull’Italia e i suoi luoghi