SAN GIOVANNI EVANGELISTA

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STORIA

La Chiesa di San Giovanni Evangelista è voluta da Galla Placidia nel 424 d.C. per un voto fatto al santo durante il viaggio che lo ha condotto da Costantinopoli a Ravenna con i figli, per l’insediamento del figlio Valentiniano III sul trono d’occidente. Probabilmente i lavori finiscono nel 434 d.C., ma durante la costruzione ha subito varie modifiche sia per ragioni architettoniche e sia per il terreno paludoso.

Verso l’anno Mille viene costruito sulla destra un monastero e la chiesa diventa sede di un gruppo di monaci benedettini. Intorno al XIV secolo vengono apportate modifiche alla chiesa e al monastero inserendo elementi gotici di cui resta il portale con la strombatura ogivale.

Con la seconda guerra mondiale la chiesa viene pesantemente danneggiata, causando la perdita degli affreschi del XII-XIV secolo e la distruzione del mosaico dell’abside. In seguito viene eseguito il restauro strutturale rispettando l’antico stile.



DESCRIZIONE

La facciata tripartita della chiesa è sormontata da un finto protiro in laterizio ed è preceduta da un cortile, delimitato da un muro, a sostituzione dell’antico quadriportico. Qui troviamo il portale trecentesco in stile gotico. Sulla destra il campanile del X secolo traforato da bifore e trifore.

Internamente la copertura a capriate protegge le tre navate ripartite da due file di colonne, sulle quali sono impostati archi a tutto sesto, che conducono verso l’abside, preceduto dall’arco di trionfo, sorretto da due colonne corinzie. A metà della navata di sinistra si apre una cappella gotica aggiunta nel XIV secolo sormontata da una volta a crociera. Sul soffitto sono raffigurati i santi, i dottori della Chiesa e gli evangelisti, mentre sopra l’altare la Maddalene che tende le braccia alla Croce. L’abside, esternamente endecagonale ed internamente semicircolare, è interrotto da sette finestre (monofore) sorrette da colonne. Nel 1213 il pavimento è mosaicato con iconografie varie dell’epoca, dalle leggende, alle battaglie navali, alle crociate.

L’ipotesi ricostruttiva della zona absidale, basata principalmente su quattro sermoni e artisti passati che la descrivono, prevede la presenza della cattedra dietro la quale la parete è rivestita in marmo. Al di sopra si sviluppano i mosaici in cinque fasce orizzontali. Nella prima abbiamo in corrispondenza della cattedra San Pier Crisologo con l’angelo, sulla sinistra le figure di Arcadio e Eudossia, e sulla destra Teodosio II ed Eudocia. Nella seconda fascia l’iscrizione <<CONFIRMA HOC DEVS QVOD OPERATVS ES IN NOBIS A TEMPLO SANCTO TVO, QVOD EST IN IERVSALEM. TIBI OFFERENT REGES MVNERA>>. La terza fascia è interrotta da una loggetta centrale, composta da sette arcate, ai cui lati si presuppone la raffigurazione dei quattro evangelisti. Nella quarta fascia l’iscrizione <<SANCTO AC BEATISSIMO APOSTOLO IOHANNI EVANGELISTAE GALLA PLACIDIA AVGVSTA CVM FILIO SVO PLACIDO VANTINIANO AVGVSTO EF FIALIA SUA IVSTA GRATA HONORIA AVGVSTA LIBERATIONIS PERICVCVM MARIS VOTVM SOLVENT.>> Nell’ultima fascia, corrispondente al catino absidale, è rappresentato il Salvatore con il libro degli apostoli. Alla sommità dell’arco di trionfo abbiamo al centro la figura del Redentore che consegna il libro a San Giovanni Evangelista e a destra e sinistra viene ripetuta la scena di Galla Placidia con la prole guidati dal santo sulla barca in tempesta. Dai peducci dell’arco parte l’iscrizione <<AMORE CHRISTI NOBILIS ET FILIVS TORNITVI SANCTVS IOHANNES ARCANA VIDIT. GALLA PLACIDIA AVGVSTA PROSE ET HIS OMNIBVS HOC VOTVM SOLVIT.>> Sottostante la scritta le immagini, forse clipeate, dei dieci “Augusti”.



RESTAURI

1565: Ultimi scritti che descrivono il mosaico presente nel luogo.

1568: Teseo Aldrovandi, nobile di Bologna, fa distruggere il mosaico.

1572: Descrizione dei mosaici come perduti nella prima edizione della “Storia di Ravenna” del Rossi.

1736: Vengono recuperate alcune parti dell’antica pavimentazione ed esposte lungo le pareti della chiesa.

1714: Pietro Martinetti ricopre la chiesa di stucchi.

1909: Prima plausibile ipotesi ricostruttiva da parte di Testi Rasponi.

1919: I lavori di ripristino della chiesa portano la scoperta di due dipinti di Francesco Longhi, precedentemente coperti da stucchi,  “La nave in tempesta di Galla Placidia” e “il miracolo del sandalo”.

1921: ipotesi ricostruttiva mosaici del Gerola.






Per maggiori approfondimenti

  • Basilica di San Giovanni Evangelista, "Geometrie Fluide ", sito di divulgazione artistica a carattere didattico realizzato da Alessandra Cocchi, artista e storico dell'arte, insegnante presso il Liceo linguistico di Cesena
  • Elaborazioni 3D della Basilica ed aspetti storici, "OS-Culture", libera piattaforma web di archiviazione, organizzazione e pubblicazione di dati e informazioni legate al patrimonio Archeologico e Culturale  
  • Video ricostruzione 3D Basilica di San Giovanni Evangelista, Elaborazione 3D realizzata da Lorenzo Mariani, Interior & Graphic designer, scenografo e illustratore, sul proprio canale YouTube